Le Due Velocità del Reclutamento Scolastico: Un Destino Diverso per Docenti e Personale ATA

Pubblicato il 18 giugno 2025 alle ore 02:33

 

 

Le Due Velocità del RePanorama Scuolaclutamento Scolastico: Un Destino Diverso per Docenti e Personale ATA

Nel complesso panorama della scuola italiana, il tema del reclutamento del personale è da anni un nodo cruciale, fonte di dibattiti accesi e di profonde insoddisfazioni. Osservando le dinamiche che regolano l'accesso al mondo dell'istruzione, emerge una percezione sempre più marcata di un trattamento a "due velocità", dove le attenzioni e le proposte per il personale docente sembrano discostarsi nettamente da quelle riservate al personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario).

Per i Docenti: La Spinta verso il "Doppio Canale" e l'Abbandono del Concorso

Per quanto riguarda i docenti, l'impegno principale sembra essere quello di superare la rigidità dei concorsi, ritenuti da molti un ostacolo eccessivo all'immissione in ruolo. La proposta del "doppio canale di reclutamento" sta diventando il cavallo di battaglia, pensata per stabilizzare la vasta platea di precari che da anni sostengono la scuola attraverso le supplenze.

L'idea è semplice: affiancare o, di fatto, sostituire il concorso ordinario con un percorso che permetta l'assunzione direttamente dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) o tramite percorsi abilitanti semplificati, privilegiando in modo particolare chi ha già maturato anni di servizio. Questo approccio, se da un lato risponde all'esigenza di dare stabilità a chi è già "sul campo", dall'altro viene letto come un'apertura significativa verso una logica che minimizza il peso dell'esame concorsuale, aprendo di fatto la strada a un ingresso meno selettivo per gli insegnanti.

Personale ATA: L'Incubo del Concorso e la Doppia Penalizzazione

Completamente opposta è la direzione che sembra profilarsi per il personale ATA. Mentre per i docenti si cerca di alleggerire il peso del concorso, per gli amministrativi, tecnici e ausiliari si sta insistentemente parlando dell'introduzione di nuovi concorsi per esami. Questa prospettiva è vista con estrema preoccupazione e rischia di rappresentare una doppia penalizzazione per la categoria.

Da un lato, i precari storici – coloro che da anni lavorano nelle scuole con contratti a termine, acquisendo un'esperienza inestimabile – si troverebbero a dover affrontare una selezione ex novo. Nonostante il loro bagaglio pratico sia fondamentale per il funzionamento degli istituti, il rischio è che un concorso basato prevalentemente su prove teoriche non riconosca adeguatamente il loro prezioso contributo, mettendoli in competizione con candidati meno esperti ma magari più preparati sui banchi di studio.

Dall'altro lato, anche i nuovi aspiranti, che non hanno mai avuto l'opportunità di lavorare nel settore scolastico, sarebbero svantaggiati. L'introduzione di concorsi per esami, senza un chiaro riconoscimento dei titoli di studio più recenti o percorsi formativi specifici, potrebbe creare un imbuto all'ingresso, rendendo più arduo l'accesso per chi si affaccia per la prima volta a queste professioni.

Si aggiunge la preoccupazione che non vi sia una contestuale valorizzazione economica e professionale, lasciando gli inquadramenti e gli stipendi su livelli decisamente bassi rispetto alle responsabilità richieste.

La Formazione Assente e i Pregiudizi in Segreteria

Un aspetto critico che aggrava la situazione del personale ATA, in particolare gli amministrativi, è la quasi totale assenza di una formazione specifica e strutturata, soprattutto per chi si affaccia per la prima volta al lavoro di segreteria. I neo-assunti, siano essi diplomati o neolaureati, si trovano spesso catapultati in un ambiente complesso, ricco di normative specifiche e procedure articolate, senza un adeguato periodo di affiancamento o corsi propedeutici. La realtà è che un "neo-diplomato o neolaureato" spesso non è immediatamente all'altezza dei compiti che lo aspettano in segreteria, necessitando di un lungo periodo di apprendimento "sul campo".

Questa condizione alimenta pregiudizi ingiustificati. Spesso, ad esempio, non si guarda di buon occhio la possibilità che collaboratori scolastici di ruolo possano passare al profilo amministrativo, ritenendoli "non preparati". Questa visione ignora il fatto che molti di loro possiedono una conoscenza profonda della macchina scolastica e un'esperienza pluriennale all'interno degli istituti, elementi che potrebbero rivelarsi preziosissimi nel lavoro di segreteria, se supportati da una formazione mirata. La mancanza di percorsi di riconversione o di formazione interna ad hoc impedisce di valorizzare appieno queste risorse.

Una Disparità di Trattamento Storica e il Peso sulle Segreterie

La disparità di trattamento tra il personale docente e il personale ATA è una problematica storica e caratteristica, della scuola italiana. Questa differenza non si manifesta solo nelle retribuzioni o nei percorsi di carriera, ma si acuisce nel carico di lavoro quotidiano. Il personale ATA si trova troppo spesso a disposizione del personale docente, anche per quelle piccole incombenze che potrebbero essere gestite autonomamente.

La segreteria, in particolare, è il cuore pulsante della scuola, ma anche il suo "collo di bottiglia". Il lavoro già immenso, fatto di adempimenti burocratici, scadenze ministeriali, gestione delle comunicazioni e supporto a studenti e famiglie, viene costantemente raddoppiato e triplicato dalle richieste del personale docente, degli utenti esterni, degli alunni. Spesso, per semplici informazioni o compiti che non richiederebbero l'intervento amministrativo, si ricorre alla segreteria, trasformandola in un punto di riferimento per ogni necessità, stampe, fotocopie, comunicazioni, richieste, ordini, ecc. Questo appesantisce ulteriormente un carico di lavoro già gravoso, contribuendo a un senso di frustrazione e sovraccarico per il personale di segreteria, talmente essenziale, ma troppe volte è percepito come "di servizio" anziché come componente paritaria del sistema scolastico.

Conclusioni: Due Misure e Un Futuro Incerto

La percezione è, dunque, quella di un quadro normativo che si muove su binari paralleli ma divergenti: uno più agevole e inclusivo per i docenti, l'altro più stringente e potenzialmente penalizzante per il personale ATA. Questa disparità di trattamento, aggravata dalla scarsità di formazione e dai pregiudizi interni, solleva interrogativi sulla coerenza delle politiche di reclutamento e sulla reale attenzione verso tutte le componenti essenziali del mondo scolastico. Mentre i docenti vedono aprirsi nuove vie verso la stabilità, il personale ATA si trova di fronte alla prospettiva di dover affrontare nuove sfide selettive, con il rischio di vedere ulteriormente sminuita la propria professionalità e prospettiva di carriera, senza un adeguato supporto o riconoscimento.

Lasciassero le cose come stanno, e se ne facessero una ragione quei politici, quei sindacati, ma anche gli stessi colleghi, con tutti i pregiudizi che hanno, stanno demotivando tutta la categoria del personale Ata a chi si approccia per la prima volta ma anche i dipendenti più anziani di servizio.


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Commenti

Peppe
7 giorni fa

Che succederà per gli ATA faranno come per gli Insegnanti? Cioè non risulteranno idonei ai concorsi e poi li chiameranno attingendo dalle graduatorie d'istituto per coprire i posti necessari? Quindi verrà fuori che dal concorso non sono idonei e poi verranno chiamati dalla graduatoria come idonei? Bisogna lasciare tutto come è per la migliore esperienza si acquista sul campo fatevene una ragione mi rivolgo a tutti quei scienziati di politici e sindacati

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